Colombia: un paese in vendita

6 10 2008

Chi l’avrebbe detto?
dopo un paio di mesi di stop ci troviamo, alle porte dell’autunno milanese (mai abbastanza “caldo”), ad invitarvi tutt* a Cologno per una serata di informazione sull’attualità dello sfruttamento del territorio colombiano e della sua popolazione ad opera delle propaggini economiche più violente del nostro “libero” mercato…
Ci hanno a nostra volta invitati e ancora non ne sappiamo molto di più; a seguire incollo il volantino che lancia l’iniziative, vi aspettiamo lì,


COLOMBIA: UN PAESE IN VENDITA

In Colombia gli interessi delle multinazionali e lo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali sono quotidianamente difesi dall’uso della violenza di paramilitari ed esercito.
La politica di “seguridad democratica” promossa dal presidente Uribe nasconde, dietro il pretesto della lotta contro le FARC, una guerra aperta contro la popolazione civile per il controllo del territorio e contro le organizzazioni sindacali e contadine, basata sulla strategia del terrore e del massacro.

:: Proiezione di un documentario sui misfatti di Coca Cola e Nestlé in Colombia
:: A seguire intervengono:
Adriana Zega e Alice Pelosi – Red de Hermandad y Solidaridad – Colombia

Progetto DiarioColombia

Antonella – International Peace Observatory – IPO

Giovedì 9 ottobre 2008
Ore 21.00
presso la Casa in Movimento via Neruda 5
Cologno Monzese – MI
MM2 Cologno Nord-tang est uscita Cologno Nord
info@laboratoriocologno.org

http://www.laboratoriocologno.org/





DiarioColombia va in vacanza.

4 08 2008

No, non si tratta di agosto, nemmeno del caldo che causa sforzi eccessivi alla ventola di questo vecchio portatile. Il fatto che dalla nascita del nostro progetto, e di questo blog che del progetto era parte integrante, è passato oltre un anno.

Nell’arco di questo breve anno ci siamo informati e vi abbiamo informato, o qualcosa del genere; vorrei poter dire che “ci siamo tenuti compagnia”, ma di sicuro anche quest’ultima dichiarazione non renderebbe giustizia a quello che in questo luogo virtuale è accaduto, alle persone che giusto qui si sono incontrate e all’importanza che per tutti noi ha avuto questa piccola e grande esperienza.

Non so ancora questa vacanza come sarà, non so se torneremo a scrivere su queste pagine, né con quale progetto nuovo da proporci/vi…insomma non so proprio cosa accadrà. Per ora posso solo dirvi che il blog resterà chiaramente online e consultabile. Altro materiale verrà prossimamente editato forse su queste pagine, forse altrove, la mostra che abbiamo stampato di sicuro girerà questo autunno, anzi se la incontrate controllate che i chiodi tengano e le foto non possano cadere rovinosamente a terra, ci tengo!

Tornate a buttare un occhio quando vi capita, passate da queste parti anche solo per guardare una foto, ricordare un singolo episodio e magari lasciare un saluto,

Grazie a tutti,

barracuda@inventati.org

p.s. il contatore delle visite indica che abbiamo superato quota 23mila…la cifra è certamente da ridimensionare, ad ogni modo supera di un tot ogni aspettativa precedente!

p.s2 E’ triste pensare che oggi c’è davvero qualcosa che accomuna le nostre città alla bella e difficile Bogotà, e riflettere che il punto di congiunzione tra due realtà così ditanti debba essere proprio la presenza dei militari per le vie dei quartieri…





Jordi Valle: un buontempone a Repubblica

29 07 2008

Riposto con congruo ritardo un bell’articolo di Maurizio Matteuzzi pescato sul blog di AnnalisaMelandri e tratto da “Il Manifesto”; per una volta non si parla di giornalismo Colombiano, ma delle bizzarrie del giornalismo nostrano…in trasferta.

VENERDÌ DI REPUBBLICA
Gli scoop di Jordi La nostra invidia
Maurizio Matteuzzi
fonte : Il Manifesto
Chapeau a la Repubblica, anzi al Venerdì di Repubblica.
In metà anno ha fatto una serie di scoop strabilianti. In sequenza: il 18 gennaio un incontro-intervista con Gabriel Garcia Marquez a Cartagena, notoriamente non facile da avvicinare; il 9 maggio un’intervista al venezuelano Hugo Chavez nel palazzo di Miraflores a Caracas; il 6 giugno un’intervista «in un luogo segreto della foresta amazzonica» con i due leader massimi delle Farc dopo la morte di Tirofijo, Alfonso Cano e Mono Jojoy; l’11 luglio incontro-intervista, in un luogo imprecisato di Bogotá, forse lo stesso palazzo presidenziale di Nariño, con il presidente colombiano Alvaro Uribe, l’eroe della cinematografica liberazione della Betancourt di qualche giorno prima (il 2 luglio), un altro che per avvicinarlo bisogna sputar sangue; il 18 luglio in un luogo imprecisato della selva forse in Colombia forse in Ecuador, un nuovo incontro-intervista con Alfonso Cano nel giro di un mese. Straordinario, considerato che mezzo mondo cerca Cano, a cominciare dagli efficientissimi reparti anti-guerriglia di Uribe. E che, a quanto si sa Cano sono (erano) 8 anni che non dava interviste.
Scoop che si devono tutti a un solo uomo. Jordi Valle si chiama, un ingegnere petrolifero che è nato in Catalogna ma vive sul lago di Como e «scrive per divertimento» (lo dice lui). Un amateur quindi, ma uno che, a quanto si legge nelle sue interviste, conosce ed è conosciuto. «Ti trovo sempre bene, don Gabriel», dice a Gabo. «Gli ricordo che…» fa a Uribe. Chavez «lo interrompiamo per chiedergli…». Il Mono Jojoy lo «aspetta davanti a una birra». Intimità e autorevolezza, capacità di trovare e avvicinare in qualsiasi momento gente che i giornalisti di mezzo mondo (e in qualche caso anche i servizi segreti) non si sognano nemmeno di poter localizzare e avvicinare.
Roba da rosicare dall’invidia.
Cappello. Anche se – a nostro modesto parere – la Repubblica non li ha sfruttati come avrebbe dovuto, visto il timing straordinario di quegli incontri-intervista con personaggi di cui tutto il mondo stava parlando in quel momento. Anziché «spararli» sul quotidiano, l’ammiraglia della flotta li ha relegati – quasi volesse nasconderli – sul Venerdì. Non solo ma su nessuno di loro, eccetto l’ultimo, ci ha fatto la copertina, «sprecandoli» nelle pagine interne.
I colombiani, invidiosi anche loro, non ci stanno.
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DiarioColombia…ritorno alle origini!

18 07 2008

Un anno fa partivamo, via Caracas, alla volta di Bogotà: cinque amici, un’associazione (Ipo) a supportarci nel progetto e parecchia voglia di capirci qualcosa attraverso l’esperienza “in presa diretta”.

Il progetto si è rivelato tanto mutevole e polimorfo da assumere le sembianze di un blog d’informazione “vivo e vegeto” ben oltre il tempo previsto, da questa esperienza gli altri ragazzi hanno maturato progetti differenti sul tema della cooperazione dal basso di cui arriverà a breve un contributo su queste pagine; Ipo continua il suo meritevole lavoro in Colombia e non solo, nonostante le tante peripezie di questi tormentati mesi.

Cogliamo quest’occasione, un anno di vita, per fare un passo indietro alle origini di DiarioColombia: riproponiamo oggi una weblografia ragionata sull’impatto sociale del marchio Coca-Cola in AmericaLatina; nient’altro che una collezione ragionata e documentata d risorse ed indirizzi per una riflessione collettiva attorno alla relazione tra sindacalismo e spudoratezza del tanto conclamato Brand

Coca Cola – Coca Cosa?

Published on 03/27,2007 on colombia.noblogs.org

Una essenziale “Weblografia” per un primo inquadramento della questione “Coca-Cola” nella complessità delle problematiche sociali, politiche ed ambientali dell’attualità colombiana.

Navigando nei link proposti troverete reti di boicottaggio, dossier, articoli, e materiali utili ad approfondire il ruolo attivo del marchio probabilmente più conosciuto al mondo nella cancrena della politica sindacale in Colombia.


“Dietro al marchio Coca-Cola c’è una multinazionale nata nel 1891, ottavo gruppo alimentare del pianeta, con filiali in più di 30 Paesi e 56.000 dipendenti, […] 300 marchi diversi e nel 2001 ha fatturato 20 miliardi di dollari. Un vero gigante, che da molti anni è però al centro di vibranti polemiche da parte di associazioni umanitarie e di difesa dei diritti umani. L’accusa contro i vertici della multinazionale è pesantissima: quella di essere i mandanti di omicidi di sindacalisti colombiani. Il SINALTRAINAL, sindacato colombiano delle imprese imbottigliatrici di Coca-Cola e Nestlè conta tra le sue fila ben 14 dirigenti assassinati, 2 esiliati, 48 sfollati e 2 desaparecidos solo negli ultimi 10 anni”.

Stampa Alternativa – 2006


Buona Lettura…

Il libretto di controinformazione “Cosa Cosa? – conoscerla per evitarla” in versione informatica (in formato .pdf),

http://www.stampalternativa.it/liberacultura/books/cocacosa.pdf

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Notizie dalla Colombia e commenti nostrani.

12 07 2008

Le notizie sono tre: la prima è che le Farc hanno chiuso il lungo periodo di silenzio stampa pubblicando un breve comunicato sull’operazione “Scacco” che una decina di giorni fa portò alla liberazione dei 15 sequestrati e della Betancourt tra gli altri, la seconda è l’intervista rilasciata appunto da Ingrid al tg1, ed i commenti di delusione a proposito di questo eccezionale documento, la terza è…informatica.

Andiamo con ordine. Il comunicato (in spagnolo) è datato 5 luglio, suddiviso in cinque brevi punti e scarsamente esplicativo, ne hanno parlato nella blogosfera AnnalisaMelandri e GianlucaBifolchi (in particolare quest’ultimo denota grande lucidità, a mio parere).

L’intervista di Alberto Romagnoli alla Betancourt, in esclusiva per il tg1 è stata invece commentata con toni poco concilianti dalla stessa Melandri e da Carotenuto (GiornalismoPartecipativo), noi ce la siamo persa e vi affidiamo ai loro commenti critici.

Gli ostaggi liberati in Colombia attraverso un attacco di tipo “Man in the middle”? L’ipotesi spiegata da ZeusNews, attraerso le convincenti parole di Bruce Schneier, esperto di sicurezza dei sistemi informatici; torvate l’articolo in questione a questo indirizzo.

Detto questo le notizie sono molte più di tre, anche se di “notizia” ne fanno meno di quelle messe sopra in evidenza, le riassumiamo di seguito, nella rassegna stramba di oggi:

12/07 Ansa.it: Chavez e Uribe rilanciano relazioni

12/07 AdnKronos: Chavez-Uribe, pace fatta: al via nuova fase

11/07 PeaceReporter: Decine di guerriglieri Farc si consegnano all’esercito

10/07 AdnKronos: Betancourt, voglio aiutare chi è ancora prigioniero





Piedi per terra, sul suolo Colombiano.

9 07 2008

Passano i giorni, si spengono i riflettori e con loro l’euforia…è la solita cosa che diciamo noi altri. Col passare dei giorni, d’altra parte si dirada pure la nebbia, e ti capita che tra un’ipotesi di pellegrinaggio alla Santa Vergine di Guadalupe, una pubblicazione quindicinale del PDA e una lettera di Alfonso Cano (di poco precedente alla liberazione dei quindici!), si facciano largo alcune riflessioni su cui ci piacerebbe soffermarci insieme. Di seguito i due imperdibili contributi di quest’oggi:

Ingrid Betancourt libera di demolire tabù (Enrico Neri su GiornalismoPartecipativo, il 9 luglio)

Dopo lo scoop ritorno alla routine di guerra? (Tito Pulsinelli su CarmillaOnLine, il 9 luglio)





Colombia: tre giorni intensi in rassegna…stampa.

8 07 2008

08/07 AdnKronos: Francia pagò 5 anni fa per il rilascio Betancourt

08/07 LaStampa.it: Betancourt a Hollywood, la sua storia sarà un film

07/07 BlogoSfere.it: Il video della liberazione impazza su YouTube

07/07 AdnKronos: Betancourt in testa a intenzioni voto, ma senza Uribe

07/07 UnitàOnLine: Aereo cargo americano cade su abitazione, due morti

07/07 EuroNews: In Colombia cresce impegno per il rilascio degli altri rapiti

07/07 AdnKronos: Svizzera prosegue mediazione per liberazione ostaggi Farc

07/07 PeaceReporter: Eln continua lotta armata ma è aperto al dialogo con il governo

06/07 EnricoMaiorano: Finalmente libera Ingrid Betancourt

06/07 AdnKronos: Fidel Castro alle Farc, liberate ostaggi ma non deponete armi

06/07 Instablog: Betancourt a giorni in Colombia “scriverò dramma su mia prigionia”





Nuovi spunti radiofonici sul caso Betancourt

7 07 2008

Ancora due contributi radiofonici sul caso Betancourt e la liberazione degli altri 14 ostaggi, nelle parole di due analisti di primo piano della politica Colombiana.

05/07 Gennaro Carotenuto ospite a La Quota Rosa, su Radio24

04/07 Guido Piccoli intervistato da RadiOndadUrto





Piccoli appunti di attualità Colombiana…

5 07 2008

Questo non è un articolo. Non ne possiede la finalità nè la cura stilistica, così come tanti dei contributi scritti nell’arco di questi mesi di vita di DiarioColombia. Ci piace l’idea di definirli semplicemente appunti, restituendogli una dignità “altra” ed inclassificabile nel novero dell’informazione ad alta velocità.

Apriamo la nostra bacheca virtuale sulla liberazione (già ma di che “liberazione” stiamo parlando proprio non si capisce ancora…) dei 15 ostaggi con i contributi (a nostro modesto parere) più rilevanti, pescati nel profondo della Blogosfera:

Gennaro Carotenuto all’interno del suo portale GiornalismoPartecipativo ci introduce al tema in questione ironizzando sulla costruzione mediatica del personaggio Betancourt-superstar e ci propone, a questo proposito, le notevoli posizioni di Piedad Cordoba e Clara Rojas, circa le sue affrettate dichiarazioni. In coda all’articolo un’interessante parentesi sulle discordanti versioni della liberazione, con una chiusura ragionata sul peso politico dell’una o dell’altra ipotesi.

Sostenibile, curioso blog del network BlogoSfere, pone l’attenzione proprio su quest’ultimo passaggio entrando nei particolari dell’ipotesi del pagamento di un riscatto di 20 milioni di dollari; al di là della confusione presente sul tema e dell’opportunità di non sbilanciarsi ancora sulla questione, la ricchezza di dati e collegamenti allo scenario internazionale che fa da contorno alla faccenda ne rendono utilissima la lettura.

PolisBlog e University.it ci introducono, compiendo un parallelo tra i due temi, al legame tra lo scandalo che ha travolto in queste settimane il presidente Uribe e il panorama di opportunità geopolitiche che la liberazione della Betancourt, dei tre contractor Usa e degli altri 11 militari, aprono per la Colombia nello specifico e il futuro dell’America Latina tutta.

In chiusura un audace commento pubblicato sulla versione online de IlTempo; l’articolo sostiene con un buon margine di sicurezza che l’operazione “Scacco”, sancisca la fine obbligata delle Farc e delle altre formazioni guerrigliere di America Latina a seguire. Talmente azzardato e frettoloso, a parer nostro, da ricalcare l’aspetto meno credibile della vicenda di queste ore: il tentativo di far passare una guerriglia con 43 anni di storia per un gruppo di terroristi confusi che si fanno prendere in giro al telefono con imitazioni alla Gigi Sabani ed elicotteri militari verniciati…auspicabile o meno non sta a noi deciderlo, di sicuro piuttosto “interessata” come posizione e, di conseguenza, molto poco credibile.





…intanto la Colombia resta sempre un paradiso per pochi.

4 07 2008

“Il nirvana, il paradiso, deve essere molto simile a questo momento”; con queste ed altre parole l’ex deputata franco-colombiana Betancourt ha commentato il suo ritorno alla vita civile e all’affetto dei suoi figli, dopo oltre sei anni di prigionia. Nel delirio mediatico e diplomatico di questi due giorni la Betancourt (di lei si parla, degli altri 11 militari Colombiani da questa parte del globo non se ne sa nulla) ha dimostrato inizialmente sorpresa ed imbarazzo per la dimensione mediatica del suo rilascio e per la solidarietà ricevuta.

L’empasse non è durata poi molto e, ritrovata forma e lucidità, ha colto l’occasione per precisare una serie di questioni di primo piano, nello scenario che si profila con la sua liberazione: ai ringraziamenti di rito e di cuore all’esercito Colombiano al suo presidente Uribe ed all’intervento Francese, sono seguite una serie di dichiarazioni molto forti circa le condizioni di prigionia e le vessazioni subite nel corso degli anni. In particolare la Betancourt ha sottolineato la vergogna delle manette tenute ai polsi anche ventiquattro ore al giorno per mesi e mesi consecutivi e la progressiva perdita di speranza in occasione della morte del padre e dei continui sforzi legati alla condizione di clandestinità in regioni amazzoniche.

La forza di queste affermazioni, e la prova di coraggio e resistenza della candidata alla presidenza, stanno così suscitando un’interesse davvero imprevisto; col senno di poi possiamo affermare che il precipitare dei tentativi di mediazione operati nel corso dei mesi non lasciava grandi speranze di nuovi rilasci nelle prossime settimane…ed è forse questo stupore persistente, il primo ostacolo a capire cosa sia realmente accaduto in queste ultime settimane, da una parte in capo al segretariato fariano, dall’altra in seno agli apparati militari non solo colombiani.

Una cosa è certa, fino a prova contraria: dietro la gioia per la liberazione di queste ore, dietro i ringraziamenti e le congratulazioni reciproche, dietro la fulminee analisi sul futuro dei processi di smobilitazione si celano una quantità di ipotesi trame ed accadimenti, tutt’ora incomprensibili, e in-debitamente incompresi.